Il ritorno alla vita quotidiana è sempre un trauma anche se ha comunque il suo fascino. E’ una catapulta tremenda che ti sbatte da una parte all’altra come un’onda anomala. Ti travolge con preavviso, e anche se sai cosa ti aspetta non sei mai preparato per ciò che dovrai affrontare.
Mi faccio travolgere, metto in ordine i pensieri e le cose da fare e con questi anche i ricordi di una vacanza inattesa e splendida. Una parentesi solare dove ci si dimenticava pure del covid e del suo disastro relazionale, piena di giochi e schizzi, saluti e incontri, buongiorno e anche voi di nuovo qui, mà vadia e tuffi non sincronizzati, bagni e merende come se non ci fosse un domani, proteste e pianti, sorrisi e mina vagante tra gli ombrelloni stile giro degli sposi tra i tavoli durante il pranzo nuziale, ombrellone legato e mercatino delle pietre, asciugamano pieno di sabbia appena steso e borsa frigo assaltata all’arrivo in spiaggia, gazza ladra in azione e cappellino indossato solo il primo quarto d’ora del primo giorno di vacanze, passeggiate serali e parco giochi in compagnia, crollo serale e risvegli all’alba, valigie fatte e disfatte e rifatte dopo un colpo di scena. E poi tutto finisce, salutiamo il mare e gli promettiamo che lo rivedremo presto perché abbiamo ancora bisogno di lui e della sua energia.
L’onda è quasi passata, ora ne sentiamo la sua forza e ne vediamo i suoi colori.
Travolti, ritorniamo sulla terra ferma, quella che ci riporta alla vita quotidiana con un bagaglio di esperienze in più.